Brevi cenni di storia della mafia
"Pillole" di storia della mafia per iniziare a capire come purtroppo si è rafforzata nel tempo
di Francesco Carini
Il termine Mafiusu, nel XIX secolo, pare indicasse una persona fiera ed intrepida, in grado di farsi giustizia da sola o comunque senza ricorrere alle forze dello Stato; mentre la parola mafiusu, nel senso comune, apparve nel 1863 nella commedia I mafiusi di la Vicaria di Giuseppe Rizzotto e Gaspare Mosca.
Questo tema dell’autodifesa dei propri interessi e dello spirito di auto-giustizia, trovò un fertilissimo terreno non solo fra i ceti siciliani più abbienti, ma anche all’interno degli strati popolari.
Il termine mafia compare per la prima volta in un rapporto del prefetto Filippo Gualterio nell’aprile del 1865, con riferimento ad un’associazione “malandrinesca” dipendente dai partiti, legata agli oppositori del Regno d’Italia.

Nel 1893 si assistette al primo omicidio eclatante di mafia: il delitto di Emanuele Notarbartolo, ucciso con 27 coltellate su un treno che lo stava conducendo a Palermo perché stava denunciando alcuni scandali.
Fra i probabili mandanti di tale esecuzione c’era il parlamentare Raffaele Palizzolo, che dopo tre gradi di processo fu scagionato da tutte le accuse, esibendosi pure in una parata trionfale per le strade di Palermo e di città americane. Il motivo dell’omicidio fu verosimilmente determinato da un’inchiesta legata alla sottrazione di fondi dal Banco di Sicilia, di cui Palizzolo era stato presidente, succedendo proprio a Notarbartolo.
Un’altra pagina dolorosa fu la repressione dei Fasci siciliani, organizzazioni sviluppatesi fra il 1891 e il 1894, in cui i contadini si riunivano per ottenere i diritti fondamentali per avere un’esistenza dignitosa sia sotto il profilo lavorativo che socio-economico.

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In questa repressione, che vide anche stragi di innocenti (ricordiamo quella di Lercara Friddi, il giorno di Natale del 1893), partecipò anche la mafia, proprio perché, sebbene con scopi “criminali”, l’eliminazione dei Fasci le avrebbe fatto comodo. Da allora, molti sindacalisti che difendevano i diritti dei braccianti cominciarono ad essere uccisi vilmente dai mafiosi, come: Lorenzo Panepinto, Bernardino Verro e Nicola Alongi fra il 1911 e il 1920, che anticiparono le uccisioni di altri sindacalisti quali Placido Rizzotto e Salvatore Carnevale, o politici meno conosciuti come Pasquale Almerico, avvenuta nei decenni successivi.

I capi più famosi della mafia nella prima metà del 1900 furono Vito Cascio Ferro e Calogero Vizzini (spesso accostato a Giuseppe Genco Russo), che agirono a cavallo fra le due guerre mondiali.
Durante la Prima Guerra Mondiale la mafia siciliana si è arricchita con il commercio dello zolfo e l’abigeato, cioè il furto di animali rivenduti poi a caro prezzo anche all’esercito. Nel periodo immediatamente precedente la seconda guerra mondiale, molti mafiosi furono mandati al confino (esiliati) o incarcerati, e fu in questo periodo che divenne sempre più importante la mafia italo-americana, con personaggi quali Salvatore Lucania (detto Lucky Luciano), che verosimilmente intervenne favorendo lo sbarco delle truppe americane in Sicilia nel 1943. Se la mafia aveva già mostrato tutta la sua violenza negli Stati Uniti con criminali quali Al Capone (a Chicago), fu con personaggi quali Luciano che mostrò purtroppo la sua forza, agendo fra Europa e USA con i traffici della droga.
(Da sinistra: Vito Cascio Ferro, Calogero Vizzini, Giuseppe Genco Russo, Al Capone, Lucky Luciano)
Nella seconda metà del ‘900, lo scontro politico fra i partiti di sinistra e di centro si fece sempre più forte e risale a questo periodo, precisamente al primo maggio 1947, uno fra gli eventi più sanguinosi che sconvolse la Sicilia: la Strage di Portella della Ginestra, in cui furono uccisi 11 pacifici manifestanti che lottavano per i loro diritti, oltre al ferimento di altre decine di innocenti.
Fra i partecipanti a questo eccidio c’era Salvatore Giuliano, e tra i molti sospettati (quali possibili mandanti o esecutori) vi erano non solo criminali, bensì anche politici e appartenenti ad altri settori insospettabili.
Alla fine degli anni ’50, in Sicilia la compenetrazione fra mafia e politica si fece sempre più forte e inizò il periodo del cosiddetto “sacco di Palermo”, speculazione edilizia che vide la costruzione selvaggia di edifici che presero il posto di bellissime ville stile liberty che furono abbattute.
In questi anni si delinea anche una divisione all’interno dell’ambiente criminale siciliano fra famiglie palermitane e corleonesi. A Palermo famosi erano i La Barbera e i Greco (fra cui scoppia la prima guerra di mafia nel 1963, culminata nella strage di Ciaculli); mentre a Corleone ritroviamo nomi quali Luciano Liggio, Salvatore Riina e Bernardo Provenzano, con questi ultimi due che diedero vita negli anni ’80 a uno fra i conflitti più sanguinosi della storia d’Italia, in cui non solo colpirono la mafia palermitana (es. il boss Bontade), bensì magistrati, onesti membri delle forze dell’ordine e giornalisti che svolgevano seriamente il loro lavoro (es. Pippo Fava).

Fra le vittime più note ricordiamo: Boris Giuliano, Pio La Torre, il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, Rocco Chinnici, Ninni Cassarà e, ovviamente, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.
In particolare, il pool antimafia voluto da Chinnici e portato avanti da Antonino Caponnetto dal 1983, lavorò incessantemente con un ruolo importante nel cosiddetto maxi-processo (1986-1992) determinando il coinvolgimento di più di 400 imputati e la successiva condanna di molti mafiosi.
Falcone e Borsellino furono uccisi nel 1992, ma Riina e Provenzano furono arrestati rispettivamente nel 1993 e nel 2006.
La mafia non è stata debellata, ma i cittadini onesti ci credono. Come disse Giovanni Falcone:
«La mafia non è affatto invincibile. É un fatto umano e, come tutti i fatti umani, ha un inizio e avrà anche una fine».
Con questa pubblicazione si intende fornire una rapidissima sintesi a giovani e meno giovani che si approcciano allo studio della mafia. Il contenuto è stato scritto ed utilizzato a scopo didattico. Non si tratta ovviamente di un’analisi esaustiva su un fenomeno a dir poco complesso, che merita di essere approfondito adeguatamente in altri spazi.
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22/05/2023 – © Francesco Carini – tutti i diritti riservati. È vietata la riproduzione anche parziale.
(Il materiale pubblicato è stato utilizzato dal 2022 per interventi didattici)