Commemorare il 2 giugno 1946 è fondamentale, sia per la Repubblica che per la Democrazia. Parola allo storico
Nonostante i complottismi, tesi a delegittimare la nascita della Repubblica, la festa del 2 giugno ha un grande valore simbolico e resta importante per comprendere il percorso democratico intrapreso dal popolo italiano con la Resistenza durante la seconda guerra mondiale e culminato nella scelta di rigettare la monarchia come forma di governo. Ce ne parla il prof. Cesare Panizza

Commemorare il 2 giugno 1946 è fondamentale, sia per la Repubblica che per la Democrazia. Parola allo storico
Nonostante i complottismi, tesi a delegittimare la nascita della Repubblica, la festa del 2 giugno ha un grande valore simbolico e resta importante per comprendere il percorso democratico intrapreso dal popolo italiano con la Resistenza durante la seconda guerra mondiale e culminato nella scelta di rigettare la monarchia come forma di governo. Ce ne parla il prof. Cesare Panizza

Il 2 giugno è una data importante non solo perché si festeggia la nascita della Repubblica, ma perché ci ricorda che la democrazia di oggi è anche il frutto del lavoro e del sacrificio di uomini e donne che avevano iniziato un percorso democratico e lottato contro il nazifascismo, sacrificandosi con la Resistenza durante la seconda guerra mondiale per la libertà dell’Italia. Lo storico Cesare Panizza fa un excursus storico per la rubrica Parola all’esperto.
FRANCESCO CARINI – 01/06/2020

Signore e signori, è Una vita difficile. Riflessioni su giornalismo e intellettuali in una società diseguale
Il giornalismo può essere un’ancora di salvezza, nonostante possa essere influenzato da: ritorsioni, diseguaglianze e potere politico ed economico. Risi e Germi lo mostrano in due capolavori

Signore e signori, è Una vita difficile. Riflessioni su giornalismo e intellettuali in una società diseguale
Il giornalismo può essere un’ancora di salvezza, nonostante possa essere influenzato da: ritorsioni, diseguaglianze e potere politico ed economico. Risi e Germi lo mostrano in due capolavori

Giornalisti e intellettuali impegnati e seri ce ne sono stati e ci sono anche oggi, ma spesso sono ostacolati da interessi politici o economici, e purtroppo, dove vige la legge del più forte (economicamente o a livello di immagine pubblica), “farli fuori” e boicottarli non è difficile. Il cinema ce lo mostra e ci aiuta a riflettere.
FRANCESCO CARINI – 23/04/2020

La famiglia piccolo borghese al tempo della crisi
Familismo non significa famiglia. Quando la crisi e la ricerca dell’interesse per i propri parenti finisce con il danneggiare la collettività

La famiglia piccolo borghese al tempo della crisi
Familismo non significa famiglia. Quando la crisi e la ricerca dell’interesse per i propri parenti finisce con il danneggiare la collettività

Oltre a lamentarsi o a dispensare consigli, cosa fanno le famiglie di ceto medio, con lavori a tempo indeterminato frutto “infornate” da Prima Repubblica? La famiglia italiana media perde sempre più quel valore civile o di solidarietà, e agisce come in un nuovo (o mai morto) feudalesimo, rischiando di costituire una nuova forma di tacito servilismo in cui proprio le famiglie hanno le loro colpe, dal momento che i risultati disastrosi di oggi sono dovuti ai silenzi e al disinteressamento del passato.

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